Silba è un'isola che si trova 29 miglia a NW di Zara.
Silba è il nome Croato dell'isola mentre quello antico
è Selbo e quello Italiano è Selve.
L'isola è menzionata già nel IX secolo. Nell'anno 827 apparteneva
alla Contea di Zara e nel 1073 - ultimo anno di regno di re Petar Krešimir e
forse per desiderio di sua sorella Cika, badessa del Monastero di St. Maria in Zara -
la contea la diede a questo monastero (alcuni dicono che successe nel 1027
e non nel 1073). L'isola è stata successivamente sotto la Repubblica di
Venezia che la vendette nel 1639 al capitano Frano Soppe per 12.350 ducati.
Non si conosce invece come e quando l'isola divenne proprietà della
famosa famiglia veneziana dei Morosini.
La famiglia Morosini mantenne la proprietà dell'isola fino al
primo quarto del XIX secolo. A causa della distanza era difficile per i
Morosini reggere l'isola e riceverne i prodotti dovuti, pertanto nel 1770
fu convenuta con gli abitanti di Silba la corresponsione annuale di
2000 Lire veneziane. Ogni famiglia pagava in proporzione alla terra posseduta
e i Silbani chiamarono questo affitto Il Quarto perché corrispondeva
al quarto dei beni prodotti dall'isola ed era circa
quanto richiesto dai proprietari in altri posti.
Nel 1838 i Morosini vendettero l'isola per 28.500 lire austriache a
Marko Ragusin di Lussinpiccolo che era tornato ricco dalle Americhe.
I Silbani sperarono di poter continuare a corrispondere l'affitto in
moneta come con i precedenti proprietari ma Ragusin (che viveva a
Lussinpiccolo, vicinissimo a Silba) si oppose e chiese un
quarto dei beni e merci prodotti dall'isola.
La lite durò 13 anni e finalmente Ragusin decise di vendere l'isola ai
Silbani che la pagarono 5.025 talleri bavaresi, sempre in proporzione alla
terra posseduta da ciascuno.
Il 19 Marzo 1852 la notizia che il contratto era stato firmato a Zara nell'ufficio di
Valerio de Ponte giunse a Silba e gli isolani decisero di onorare San Giuseppe
in memoria del fatto.
Di preciso non si sa nulla sulla fondazione del paese. Si pensa, e forse è
vero, che i primi abitanti si stabilirono a NW dell'attuale paese intorno alla
chiesa di St. Ivan, la più antica dell'isola.
Ciò è credibile e si basa sul fatto che le case più
vecchie furono costruite là. I resti di queste costruzioni sono tutt'ora visibili.
Il fatto è anche supportato dal fatto che, sul luogo del monastero
francescano (oggi in rovina), esisteva una volta il monastero di St. Antun
con la chiesa di St. Marija, distrutta nel 1412.
Grazie all'arcivescovo Bolli un nuovo monastero fu costruito in questo luogo.
I fratelli Mate e Šime Paulina di Silba contribuirono alla costruzione e la
chiesa fu consacrata dall'arcivescovo Karaman nel 1750.
All'inizio del XIX secolo il monastero fu chiuso e venduto alla famiglia
Paulina che lo lasciò poi alla contea nel 1878, a condizione che
fosse riparato in un anno; cosa che fu fatta.
Nel lato Sud del paese si trova un imponente campanile e la bella e
spaziosa chiesa di St. Marija (costruita 60 anni fa), con 7 altari.
Silba ha sei piccole o grandi chiese, costruite, tranne la chiesa
principale, secoli or, e sono e tutte in condizioni abbastanza buone.
Ci sono 6 quadri di Rudolph e uno di Tiziano.
Vicino alla chiesa principale c'è una grande cisterna municipale
costruita in memoria del 50° anno di regno di Sua Maestà
Imperialregia Francesco Giuseppe. A dieci minuti di marcia verso
Sud c'è la chiesa di St. Marko con il cimitero nel quale,
specie negli ultimi anni, sono state poste molte interessanti tombe.
La strada verso St. Marko è fiancheggiata da 7 graziose cappelle.
La chiesa è stata ingrandita nel 1639 da Antun Ventura di
Silba come testimonia l'iscrizione sull'entrata:
SIGNOR MIO, HO DIMOSTRATO A VOI ET HO ADEMPUTO IL
DESIDERIO MIO IO ANTONIO VENTURA, DELLA PRESENTE FABBRICA ANNO DOMINI MDCXXXVIII.
DIE XXIII MENSIS JUINI.
Si dice che Ventura fu sorpreso, tornando da Venezia, da una terribile
tempesta vicino a Silba e alla baia che i Silbani chiamano
Pocumarak (="sotto St. Marco") e che perse tutta la preziosa mercanzia
trasportata dalla sua manzera. Promise di elevare una chiesa a
St. Marko se solo fosse riuscito a recuperare quello che aveva perso in mare.
Il mare si calmò e allora Ventura fece gettare le reti e recuperò
tutto il carico. La chiesa fu costruita. Si dice che fu fatto sui resti di
una cappella bizantina, per questo a Silba viene ancora chiamata "greca".
Sembra che il Cristo dipinto su di una croce lignea e ancora in buone
condizioni sia appartenuto a questa cappella.
Come già detto, i più antichi abitanti di Silba si erano
stabiliti attorno alla chiesa di St. Ivan. Sembra storico che, quando
molto tempo fa i Croati scesero verso il mare Adriatico, tre famiglie
si stabilirono a Silba: Ćuplija (oggi Čupičić),
Magan (estinta nel XVII secolo) e Mirvan.
Gli abitanti della parte attuale del paese, vicina alla costa e
al porto di Žalić, arrivarono a Silba successivamente,
probabilmente nel XVI secolo. Sembra siano arrivati dalle
città di Senj (Segna) e Jablanac, presumibilmente
al tempo degli Uscocchi.
A NW del paese c'è una baia chiamata Zaniski, chiamata
una volta "Baia dei ladri". Forse perché la gente che scappava da
Podgorje in cerca di riparo nelle isole del Sud sbarcò
lìe i paesani , considerando questa gente dei ladri
dei quali aver timore, diede questo nome alla baia.
In effetti gli abitanti di Silba, a causa della facilità
di accesso all'isola da ogni parte, hanno spesso subito scorrerie piratesche.
Per difendersi dai pirati i Silbani hanno costruirono torri
di difesa chiamate Castelli. Tutt'ora ne conosciamo tre,
una delle quali è citata nel libretto "Storia di Silba"
scritto dal capitano Bartuo Supičić (morto nel 1862) e le
cui rovine si possono vedere nei pressi del Municipio.
Fu costruita nel 1598 da Juraj Vinturić, ognuna delle
quattro pareti aveva, in alto, due finestre; la porta di entrata,
elevata di qualche metro, aveva di fronte una scala di pietrra alla
quale era collegata con un ponte. All'nterno sul lato SW c'era
una fontana. La torre fu abbattuta dagli stessi Silbani nella
seconda metà del XIX secolo perché pericolante.
Forse per lo stesso motivo anche delle
altre due torri non rimangono che rovine.
Ad ulteriore conferma della necessità dei Silbani di difendersi
dai pirati rimangono le torri di avvistamento nei punti dove lo sbarco
era possibile. Una di queste è tutt'ora visibile nel porticciolo di
Papratnica, la seconda nel porto Mul e la terza in quello di St. Ante
(porto sicuro nel quale fu costruito un faro). Resti di altre torri si
possono ancora vedere vicino alla cappella della chiesa
principale e vicino a quella di St. Ivan.
Nonostante i Silbani abbiano patito molto le incursioni dei pirati,
tuttavia l'eccellente posizione dell'isola li aiutò
molto nello sviluppo della marineria (oggi purtroppo scomparsa).
Si conoscono famiglie che, nei secoli passati, ebbero grossi vascelli,
vascelli che salpavano dall'Adriatico verso il Mar Nero e tutto il
Mediterraneo al comando di capitani Silbani. La famiglia
Brnetić era conosciuta in molti porti del Mediterraneo.
Nel XVII secolo i Silbani usavano imbarcazioni chiamate marsigliesi,
nel XVII altre chiamate manzere (da manzo) e altre castrere
che trasportavano buoi e ovini dalla costa Est dell'Adriatico a Venezia.
Le manzere (ce n'erano 38), erano grossi vascelli a tre alberi con un
tonnellaggio utile di 3500 star (1 star circa 63 kg);
le castrere (ce n'erano più di 60) erano a due alberi
e con tonnellaggio di 1000 star. Tutta la flotta fu
distrutta dai Francesi all'inizio del XIX secolo.
Pur dovendosi confrontare con i cantieri di Lussinpiccolo,
Silba aveva grosse navi, marinai abili e coraggiosi, eccellenti capitani.
Il mare è stato il campo dove i Silbani hanno creato la
loro ricchezza; in quei tempi il paese era prosperoso. Lo
conferma un vecchio detto: "Silba splende d'oro, è un paradiso".
Nonostante quasi tutti dovessero guadagnarsi da vivere navigando,
amavano profondamente la loro terra e, in vecchiaia,
tornavano a Silba seguendo il detto:
Che sia marinaio o mercante,
in qualche parte del mondo
ha fatto fortuna per sé e la sua famiglia
con il sudore e il duro lavoro.
Dove può meglio
godere la sua ricchezza?
Deve tornare in patria,
tornare a casa.
I Silbani seguono questo detto ancora oggi.
Ci vivono infatti molti pensionati di tutte le professioni.
Quando il vapore prese il sopravvento le navi a vela sparirono e
la marineria e cantieristica declinarono. I giovani emigrarono
verso tutto il mondo, molti verso le Americhe, specie in Argentina.
La gioventù di adesso sceglie il servizio statale:
molti sono guardiani di faro o gendarmi. Silba ha dato molti buoni
sacerdoti (tra cui un vescovo), insegnanti e moltissimi marinai
considerati molto esperti. Nei giorni di festa tutti, senza alcuna
eccezione, usano vestirsi come in città perlopiù in abito scuro.
I giovani sono forbiti, gentili gioiosi e amanti del ballo.
Ballano nelle case il loro tipico ballo chiamato "la danza di Silba".
Gli abitanti di Silba, sia uomini che donne, sono religiosi,
moderati, molto attenti alla pulizia. Le loro case sono in pietra e dipinte di
bianco, con stanze da bagno; molte di queste case hanno la cisterna per l'acqua potabile.
Tutto il paese è un esempio di ordine e pulizia.
E' un piacere camminare, nel paese e intorno al paese, fino al
porto e a St. Marko... I percorsi nel paese sono ampi e puliti.
Non c'è polvere d'estate né fango in inverno.
Passeggiando si direbbe di essere non in un paese ma in una città.
Nei tempi passati Silba eleggeva e incoronava il "Re del paese".
Il Consiglio lo eleggeva il 26 di Dicembre e il suo regno durava
solamente 12 giorni, sino al 6 Gennaio. In questo breve periodo avrebbe,
con la corona in tesate e attorniato da 12 membri del Consiglio,
governato il paese. Ecco i suoi doveri: nominare il
Governatore e le Guardie, approvare il bilancio del paese.
Doveva anche dirimere tutte le liti insorte nell'anno trascorso.
Questa elezione cessò nel XIX secolo e la
corona è attualmente conservata nel tesoro della chiesa.
Silba ha 1200 abitanti, tutti Croati e di religione cattolica.
La parlata attuale è ricca di termini e frasi in Croato antico.
Silba è il centro di un circondario con insediamenti in:
Silba, Olib, Premuda, Ist,
Zapuntel, Brgulje, Molat e Škarda.
Oltre al Municipio Silba ha una scuola, uffici pubblici e fiscali,
capitaneria di porto, uffici commerciali di compagnie di navigazione,
uno stabilimento per la lavorazione del pesce, coltivazioni di tabacco,
un buon ristorante e parecchi negozi.
Nel centro del paese c'è una torretta alta
30 metri con una stupenda vista tutt'intorno.
In Silba si possono trovare alloggi confortevoli con
affitti ragionevoli dato che i proprietari stanno
lavorando un po' in tutto il mondo.
L'isola ha un collegamento giornaliero con Zadar.
Ci sono molte belle spiaggette con fondo sabbioso.
La più bella è "Šotorišće",
subito a Sud del paese di Silba.
Il formaggio e la lana di Silba sono famosissimi così
come il vino; venivano commerciati in tutto l'Impero.
I fichi di Silba sono buoni quanto quelli della Grecia.
Dal 1908 vi si coltiva anche il tabacco con circa 80 produttori.
La situazione sanitaria di Silba è molto buona
con non oltre il 2% di decessi all'anno.
Ci sono, infatti, molti ultraottantenni a Silba e che stanno benissimo.
E come potrebbe essere diversamente essendo sopravissuti al mare a alla dura vita del marinaio?
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